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giovedì 10 febbraio 2011

Urban Outfitters lancia la moda sposa low-cost: come mai Zara o H&M non ci avevano pensato?




Genialità oltreoceano.

Urban Outfitters il giorno di San Valentino lancerà la sua collezione BHLDN dedicata alla sposa. All'inizio la collezione sarà disponibile su un sito di e-commerce, ma sono previste anche aperture di punti vendita dedicati.

Come mai nessuno aveva ancora pensato alla sposa low-cost?

Che poi non si tratta semplicemente di low-cost: Urban Outfitters si propone al suo pubblico come insegna giovane, irriverente, alla moda. Come tutti i retailer di successo, ha una propria personalità, che permette al suo target di identificarsi.

Evviva la moda sposa non convenzionale.

Chissà che non sia spunto per qualche altro retailer lungimirante.

mercoledì 9 febbraio 2011

The importance of offering contents before than products: e-commerce industry look for journalists


At the end of the day, as well as for any kind of biz, also e-commerce needs to offer something more than just a menu of items to sell.

All e-commerce websites ask for e-mail subscription in order to implement a DM activity.

Every single day we get some dozens of newsletters offering any kind of products and services. From fashion to travels to electronics etc etc.

But what’s the key of success of the best e-commerce companies like Net-à-Porter?



It’s storytelling.
It’s telling something: offering news, suggestions, editorials, any content that can valuable for receivers.

Otherwise, your e-mail will be thrown away together with spam.

That’s why the most successful e-commerce companies are hiring journalists in addition to creatives and technicians. A journalist can turn your website into a magazine, involving and engaging readers and get their fidelization through direct mail and social networks.

If you have some more time, you can read: 

martedì 8 febbraio 2011

San Valentino nel luxury e-commerce

Come nella grande distribuzione, anche nel fashion retail (di cui l'e-commerce è solo uno dei canali) le ricorrenze sono diventate un must della comunicazione commerciale.

San Valentino per il fashion system è una delle più appetibili dopo il Natale: cosa c'è di più appetibile per una donna che ricevere in regalo l'oggetto dei desideri, l'anteprima della collezione primavera-estate, quel pezzo che forse non avresti mai avuto il coraggio (economico e razionale) di comprare?

Anche i siti di fashion e-commerce più importanti non si sottraggono. Ma non tutti colgono l'occasione.

Ho dato un occhio a:

Luisaviaroma.com: coerente con la sua immagine di sempre, irriverente e divertente, fa vivere la moda in modo brillante. E propone San Valentino, giustamente, per uomo e per donna, puntando sulle gift card e su accessori divertenti, segmentati per target (femminile, giocosa, sexy ecc). Nessuna promo di prezzo. Vd: http://www.luisaviaroma.com/landing.aspx?page=s_valentino

Yoox.com: come sempre attento alle logiche del retailing, Yoox non si sottrae alla ricorrenza, proponendo una mini-collezione dedicata ed in esclusiva, che permette di giocarsela senza fare nessuna promo di prezzo. Giovane, fresca, attuale (con l'icona di condivisione su Facebook in primo piano), ti fa dimenticare di essere sul sito di un outlet. Vd: http://www.yoox.com/subhome.asp/dept/warislovesyoox

Net-à-Porter.com: l'immagine, coerente, è quella del sito very-fashion, poca giocosità e tanto prendere la moda sul serio. Anche se sempre in modo brillante e contemporaneo. La loro proposta per San Valentino è piuttosto classica: una serie di articoli selezionati dal loro assortimento standard per la loro idoneità ad essere un regalo per San Valentino. C'è un handicap: l'offerta è solo femminile, e pertanto sarà difficile che ci siano molti visitatori o iscritti al sito uomini. E chi compra qualcosa di femminile come regalo se non gli uomini? Vd: http://www.net-a-porter.com/intl/boutiques/Gifts/list.nap?SelItem=1%3b0&SelItem=0,0&custom_list=Valentine's_Day

Lindestore.com: stesso problema di audience per lindestore, ma in questo caso non c'è neanche un accenno alla ricorrenza in home page. L'offerta San Valentino è riservata agli iscritti e veicolata quindi solo con direct mktg. A maggior ragione, come faranno gli uomini a pensare ad un regalo per la propria amata da lindestore? 

Vente-privee.com: accessibile solo dagli utenti registrati, ha il vantaggio di rivolgersi anche al target maschile, ed ha in homepage una sezione dedicata ai regali per lei. Non è quindi specifico per San Valentino.

Farfecht.com: nessun accenno a San Valentino (troppo trendy per questa ricorrenza mainstream?....)

Antonioli.eu, Theoutnet.com, My-wardrobe.com: idem, nessun accenno alla festività come occasione di shopping


Continuerò la mia ricerca.
P.S.: da parte mia, come regalo preferisco sempre un viaggio!!

lunedì 7 febbraio 2011

Retail, un nuovo modo di proporre il lusso a Londra: Mount Street.

Mount Street è la nuova via dello shopping di lusso a Londra.


 
Fino a pochi anni fa, tranquilla via di antiquari e gallerie d’arte, dopo la ristrutturazione (privata) fatta da poco, sta soppiantando progressivamente Bond Street e Sloan Street, ospitando i negozi di Christian Louboutin, Carolina Herrera, Goyard, Rick Owens, Balenciaga, Lanvin, Nicholas Kirkwood, ed è in arrivo Loewe.

Insomma, tutte firme attuali, trendy, altamente desiderate, che non trovano la loro corretta collocazione nelle classiche vie del luxury.

Cosa offre Mount Street di diverso rispetto alle tradizionali vie del lusso, Bond Street e Sloane Street?

Banalmente, costi di real estate più bassi: nonostante Mount Street, dopo la riqualificazione, abbia visto quadruplicare i propri affitti commerciali, Bond e Sloane Street rimangono le vie più costose di tutta Europa, e continuano ad aumentare, con le recenti aperture della Maison Louis Vuitton, il primo flagship londinese di Tory Burch e l’estensione del negozio Miu Miu.

Ma soprattutto un’ESPERIENZA DIVERSA DI SHOPPING.
Tutti i responsabili di questi brand affermano che, più che i minori costi, ad attrarli in Mount Street è stata la disponibilità di spazi vetrina ed in-store più ampi, dove poter meglio esprimere la propria identità di marca; perché, oltre ai negozi di moda, sono comparsi ristoranti, bar, l’hotel Connaught con la fontana di Tadao Ando, ed altri esercizi che permettono ai clienti di godere di una vera e propria “esperienza del lusso” a 360°.

E poi, essendo una via più raccolta, meno commerciale in senso stretto, ha permesso di creare una vera e propria RETAIL COMMUNITY DEL LUSSO: i commercianti si sono uniti per trarre il massimo vantaggio in un’atmosfera conviviale, invece di sgomitare per conquistarsi il cliente della porta accanto.
E questa è la vera novità in questo settore, per sua natura associato all’utilitarismo egocentrico: per la prima volta, i retailer hanno capito che, alleandosi, avrebbero creato un’atmosfera unica, traendone profitto tutti.
Questo ha fatto sì che i retailer della via creassero una vera associazione ufficiale, che si incontra regolarmente per discutere di problemi comuni e fare piani per il futuro, come in una (ideale) riunione di condominio.

Tutto questo, molto affascinante e meritevole di plauso, si sta traducendo in business?
Pare di sì: ora il problema è trovare spazio per gli altri brand che arriveranno presto a bussare alle porte di Mount Street.
Non tutti sono stati lungimiranti come Marc Jacobs, che ha aperto la sua boutique qui in tempi non sospetti, da vero pioniere.




L'articolo completo su Business of Fashion di oggi.

giovedì 3 febbraio 2011

Arriva il fast-fashion nelle calzature?



In base alle ultime news, il gruppo spagnolo Inditex starebbe studiando il lancio di un concept distributivo dedicato a calzature e accessori per il quale la catena seguirebbe il posizionamento di Zara.


Cosa ne sarà dei Cinti e compagni della situazione?

Anche il comparto calzaturiero dovrà affrontare questa nuova sfida, che ha portato alla banalizzazione dei prodotti di tante aziende di abbigliamento del segmento medio.

Almeno hanno un vantaggio: sanno già cosa le aspetta.

I prodotti del fast-fashion sono come i voli Ryanair: prezzo basso ma zero servizio.
Quindi, bisogna creare (maggiore) valore intorno al proprio brand.
Come?
Su tutte le leve di marketing: dal prodotto alla comunicazione al retail. Il servizio pre e post-vendita può davvero fare la differenza.
E poi: personalizzazione. Identità e personalità.

Ognuno dovrà trovare la sua strada.
Senza sottovalutare il rischio che incombe dietro l'angolo.


mercoledì 2 febbraio 2011

La storia delle Ugg, un fenomeno che incuriosisce (ed io non ne ho un paio....)

Ero proprio curiosa di leggere la storia delle UGG.
Certo, sapevo che erano le scarpe indossate dai surfisti australiani quando uscivano dall'acqua per scaldarsi i piedi, ma come hanno fatto a diventare un fenomeno così di massa e così imitato?
Intanto, sapevate che le prime ad indossarle negli USA, surfisti a parte, sono state le attrici nel backstage per tenere i piedi al caldo ed a riposo tra una ripresa sui tacchi e l'altra? Ovviamente le attrici hanno sempre qualche amico surfista da cui prendere ispirazione.....
E che il primo paio di UGG a sbarcare negli USA sono state portate dal surfista australiano Brian Smith nel lontano 1978? E che la Deckers, che ha comprato il marchio nel 1995 per dare ai propri venditori qualcosa da proporre anche in inverno (fino ad allora vendeva sandali) oggi realizza l'80% del suo fatturato proprio con le UGG? da opportunity a strategic business!


Diciamocelo, slanciare non slanciano......eppure.
Da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa.
Anche Jimmy Choo non ha resistito ed ha creato delle UGG in collaborazione.


Ha contato più Paris Hilton o Oprah Winfrey?
Io ancora non mi sono fatta contagiare.
Ma - lo ammetto - più per spirito di contraddizione!

Lungo ma interessante articolo per curiosi di fenomeni come questo:
http://fashion.telegraph.co.uk/news-features/TMG8283572/The-story-of-Ugg.html

martedì 1 febbraio 2011

Si comincia a spendere di più, ma soprattutto meglio (almeno negli USA)

In base ad una ricerca Nielsen condotta negli USA, sembra che la spesa media dei consumatori stia risalendo la china, anche se per ora riguarda la fascia economicamente più alta della popolazione.
Ma quello che risulta essere più interessante è il modo di spendere i soldi, che sta radicalmente cambiando.
La crisi ha portato non solo a spendere meno, ma anche a spendere meglio.
Chi ha calato la spesa, non ha necessariamente deciso di comprare i prodotti più economici, ma seleziona i prodotti che hanno più valore per lui/lei, anche a costo di spendere di più per quel prodotto specifico.
Si porta l'esempio dello yogurt: invece che comprare yogurt semplice, a prezzi sempre più promozionali per l'alta sostituibilità dei prodotti, si tende a privilegiare lo yogurt greco, che grazie ad una efficace strategia di marketing si posiziona come più salutare e comunque "trendy" pur essendo decisamente premium a livello di prezzo.
Questa è una bella notizia per chi fa marketing.
La creazione di valore non è mai stata così premiante.

http://www.mediapost.com/publications/?fa=Articles.showArticle&art_aid=143928&nid=123235

lunedì 31 gennaio 2011

FashionMag.com Italia - Tornano in auge i marchi "autentici"

FashionMag.com Italia - Tornano in auge i marchi "autentici"

Evviva i marchi autentici, il loro fascino non può che vincere alla lunga contro i tanti marchietti me-too senza storia e senza know how.
Anche se si parla di moda.

giovedì 27 gennaio 2011

Qualche dritta per chi pianifica advertising

L'efficacia dell'advertising all'interno di trasmissioni online sembra essere molto maggiore di quella offline. Combinare i due media crea un effetto esponenziale di cui i media planner devono tenere conto. E' quanto risulta da un'indagine Nielsen sull'advertising.

Dall'altra parte, un'indagine sui consumatori condotta a novembre da Turner Broadcasting dimostra che questa forma di advertising non è considerata invasiva, a patto però che si seguano alcune accortezze:

- rendere vari i soggetti della campagna (non ripetere all'infinito lo stesso spot)
- rendere se possibile selezionabile l'adv cui "sottoporsi", per dare all'utente la sensazione di essere parte attiva

Qui trovate l'articolo per intero:
http://m.clickz.com/clickz/column/1939427/highs-lows-advertising-online-tv

Miami: il parcheggio opera d'arte

Su Repubblica di oggi alcune immagini del nuovo parcheggio di Miami diventato location apprezzatissima per eventi:
http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/27/foto/miami_il_parcheggio_diventa_opera_d_arte-11716614/1/?rss

mercoledì 26 gennaio 2011

Brand extension....brand stretching.....brand diversion!!!

La mitica casa produttrice delle moto Harley Davidson sta ampliando un po' troppo la sua gamma di prodotti.
Ok, la brand extension è ormai cosa comune, case di moda che si lanciano anche nell'hotellerie, nella ristorazione e nell'home furniture sono diventate all'ordine del giorno.
Ma per un brand come HD - che nell'immaginario collettivo è per puristi della due-ruote - mettersi a realizzare mutandine e quant'altro....
http://www.repubblica.it/motori/motori/2011/01/26/foto/dalle_mutande_ai_gioielli_lharley_va_fuori_strada_-11675015/1/?rss

domenica 23 gennaio 2011

Lo shopping nel 2011

Su Wired un'anticipazione di uno studio di JWT Tendenze sul modo di fare shopping nel 2011:

1) Ludicità
Aggiungere alla shopping experience classifiche, ricompense e dinamiche tipiche dei videogiochi aumentano la fedeltà alla marca e la voglia di comprare.

2) Urgenza
Secondo JWT Intelligence torneranno offerte e promozioni col timer. Soprattutto gli acquirenti più giovani risultano molto sensibili a offerte da prendere al volo prima che scadano.

3) Disimpegno
Prevarranno scelte di acquisto meno impegnative e vincolanti: noleggiare è meglio che comprare.

4) Divoratori di tecnologia
Il settore per il quale si prevede crescita è la tecnologia, ancor più dei beni di lusso. Ormai viene spesso ritenuta essenziale quanto cibo e vestiti.

5) Ritorno all’analogico
Come meccanismo di compensazione per una dipendenza crescente verso la tecnologia (punto 4), si prevedono anche nicchie di consumo detecnologizzato.

6) I negozi come Third Space
Si affermeranno negozi e centri commerciali in grado di offrire esperienze non più legate solamente all’acquisto e capaci di rappresentare un terzo spazio per le persone, dopo casa e lavoro.

7) Rinnovamento urbano
Con l’affluire di sempre più persone verso grandi centri urbani e megalopoli, i brand per vendere diventeranno partner di un processo di miglioramento e rinnovamento dell’ambiente urbano.

8) Dal fisico al digitale e ritorno
Con la crescita a velocità esponenziale della tecnologia avremo sempre più punti di contatto e sovrapposizione tra mondo digitale e mondo analogico. Gli oggetti inizieranno a essere connessi e a dialogare con la nostra vita digitale.

9) Iperpersonalizzazione
Abituiamoci ad avere suggerimenti, recensioni e prodotti sempre più su misura e personalizzati.

10) Autocontrollo cercasi...
In un mondo dove tenderemo a consumare troppo, mangiare troppo e comunicare troppo ,si genererà una domanda per tecnologie e servizi in grado di aiutare a controllarci.

http://daily.wired.it/news/internet/tr3nds-tendenze-shopping.html

sabato 22 gennaio 2011

Techo-fashion. Mi piace!

Su Dove di questo mese (periodico non prettamente di moda, lo so, ma non ci dimentichiamo che sono appassionata di viaggi) c'è un articolo sul ritorno alla moda sartoriale o quasi tale. La definizione di techno-fashion forse non rende pienamente giustizia al fenomeno, comunque il concetto è "alta qualità, materiali di ricerca, taglio accurato....Il risultato è "hand-made" e tecnologia. Ago, filo e computer". Quando lavoravo in Nike e quando mio marito lavorava in The North Face pensavo sempre a quanto sarebbe stato bello applicare le tecnologie fantastiche di queste due aziende ai capi di abbigliamento "formale". Siamo sempre di più fuori casa, usiamo -nelle città almeno- sempre di più mezzi come il bus, la bici, lo scooter; spesso incontriamo gli amici dopo aver finito di lavorare senza neanche passare da casa. Quanto è comodo avere un capo che si mantiene in forma e ci accompagna tutto il giorno senza sembrare che stiamo portando fuori il cane?? Un trench in pvc con cuciture termosaldate, una borsa glam ma impermeabile, un paio di scarpe che ci fanno sentire Carrie ma senza farci zoppicare alla terza ora. E' così difficile?

La pubblicità ora ci accompagna anche in bagno. Affissione o guerrilla?

Per non farci mancare niente, dopo le affissioni negli armadietti delle palestre, saremo seguiti dalla pubblicità anche nella toilette, per fortuna degli aeroporti e non di casa.
E' accaduto negli USA:

L'affissione è a tutto-specchio quando non c'è nessuno davanti, mentre si riduce quando qualcuno ha voglia di specchiarsi.
Affissione o guerrilla? il confine è labile.

http://www.upi.com/Odd_News/2011/01/21/Ads-coming-to-airports-bathroom-mirrors/UPI-26121295633375/

venerdì 21 gennaio 2011

Le collaborazioni tra Brand e Retailer vanno di moda - Colette per Lacoste o Lacoste per Colette?

Ormai non si parla d'altro: dai più noti eventi come il lancio delle collaborazioni tra H&M e Jimmy Choo, Lanvin e compagnia, alle collezioni in esclusiva per Luisa Via Roma - vd Swarovski, l'ultima novità:


Le sneaker Colette per Lacoste Legends

Colette, l'esclusivo brand-store del lusso parigino, ha realizzato delle sneaker in stampa di coccodrillo per il nuovo progetto Lacoste Legends, un tributo a René Lacoste e alla classica polo L.12.12.

Fanno parte del nuovo progetto Lacoste Legends le sneaker realizzate da Colette, l'esclusivo brand-store del lusso parigino.



Lacoste, Colette

Colette partecipa al progetto assieme ad altri 11 nomi noti di vari settori, da quello della moda a quello della musica, per un tributo a René Lacoste e alla classica polo L.12.12. Colette si è ispirata al coccodrillo Lacoste nella stampa del tessuto della tomaia, sovrapposto alla classica scarpa del 1963 creata da René Lacoste.

Si suicida la madre di Isabelle

Si suicida la madre di Isabelle, la modella morta per anoressia 2 mesi fa
Marie Caro non ha retto al dolore, al senso di colpa per la scomparsa della figlia Isabelle, la modella morta a novembre per anoressia.

Ad appena due mesi dalla tragedia, si è suicidata la madre della fotomodella, immortalata senza veli da Oliviero Toscani e diventata un simbolo della lotta all'anoressia.

L'annuncio è stato dato dal marito, Christian, in un'intervista choc a un quotidiano svizzero: "Mia moglie ha messo fine ai suoi giorni la settimana scorsa. Sostanzialmente si è sentita in colpa per il ricovero della figlia a Bichat. Mia figlia non voleva andare in quell'ospedale ma è stata mandata li' e mia moglie si è sentita responsabile". "Mia moglie ed Isabelle erano molto vicine...eravamo una famiglia molto unita".
http://it.fashionmag.com/news-146985-Si-suicida-la-madre-di-Isabelle-la-modella-morta-per-anoressia-2-mesi-fa

Quanto ha inciso la notorietà della figlia, grazie alla campagna con Nolita, e di conseguenza le polemiche e gli attacchi che sono arrivati alla madre dal pubblico?


giovedì 20 gennaio 2011

Marketing People...this is for you! Bill Hicks

Natalità in calo e crescita dell'abbigliamento Kids....

da fashionmagazine:

I nostri sondaggi: le vendite di childrenswear in Italia

Situazione ancora incerta per le vendite di childrenswear in Italia: come nelle due stagioni precedenti, la maggioranza dei negozianti italiani interpellati da Fashion (più di 70 titolari di multimarca specializzati, distribuiti su tutta la Penisola) ha accusato un segno meno. Fa ben sperare il fatto che si tratti del 56% del totale, visto che nell'autunno-inverno 2009/2010 la quota dei delusi era pari al 66%.
Tuttavia, nella stagione calda a lamentarsi era stato il 52% degli intervistati. A distanza di 12 mesi, inoltre, si è dimezzata dall'8% al 4% la percentuale di chi ha riscontrato un trend in aumento, dopo il lusinghiero 10% dell'estate. Per contro, si è infoltita la schiera di chi ha mantenuto gli incassi stabili.
Dunque un sondaggio di difficile lettura, in cui però si riaffermano alcuni capisaldi come la continua attenzione, da parte dei clienti, al made in Italy o il fatto che il rapporto qualità/prezzo resti decisivo, al momento dell'acquisto. Volendo distinguere, a soffrire di più sono state le proposte “teen maschio”, mentre le omologhe al femminile e quelle per il neonato hanno registrato gli incrementi maggiori. Piumini e polo sono stati i best seller per lui, invece la spesa per lei si è concentrata su abitini e legging.
In questa fase interlocutoria, le aziende produttrici sono andate incontro ai dettaglianti? Per avere un'idea, bastino queste percentuali: il 60% del panel ha risposto che i prezzi sell in sono aumentati, il 38% ha affermato che sono rimasti invariati e solo il 2% ha detto che sono calati.
Quanto alla primavera-estate che verrà, per la maggioranza (52% del totale) è impossibile formulare qualunque scenario. Stando così le cose, risulta praticamente scontata la reazione dei dettaglianti in termini di ordini per l'autunno-inverno 2011/2012: i più hanno affermato di voler diminuire le quantità sia nell'abbigliamento, sia negli accessori. Un'analisi più dettagliata si trova nel numero 1774 di Fashion in uscita il 21 gennaio.
e.f.

Ellesse heritage....stay tuned


Ellesse Heritage in pieno rinnovamento


All'origine del rinnovamento della linea Ellesse Heritage, c'è la volontà del Pentland Group (KickersUK, calzature Lacoste, Speedo…), che ha acquisito Ellesse all'inizio degli anni '90, di ristrutturare in profondità il brand italiano creato nel 1959 da Leonardo Servadio. Il gruppo britannico ha a questo scopo segmentato in modo più chiaro l'offerta di Ellesse, frazionandola in un polo di proposte sport, la cui licenza per la Francia è stata accordata a Go Sport, e in un polo dalla gamma rétro, con EllesseHeritage.

Ellesse
Collezione primavera-estate 2011 Ellesse Heritage

La linea, in sospeso da molti anni, è così tornata sulle scene all'inizio del 2010. "Per ora siamo presenti in una cinquantina di punti vendita in Francia, il 90% dei quali in provincia", spiega Thierry Scheydecker, il direttore commerciale di Ellesse Heritage in Francia.


Per il prossimo inverno, l'obiettivo dichiarato è di arrivare a un centinaio di punti vendita selezionati. Per incrementare la rete distributiva e interessare anche le jeanserie Ellesse Heritage svilupperà un'offerta dai toni più "scuri, un po' nello spirito di Timberland". E Thierry Scheydecker (ex direttore generale di Le Coq Sportif) sottolinea: "Per ora il 90% delle nostre vendite è ottenuto con i prodotti per il basket, con una proposta per il 25% costituita da abbigliamento".


Per mettere il turbo alla propria offerta, Ellesse Heritage, che per il momento si basa su varie riedizioni di prodotti, connotate da elementi fortemente anni '70 chic, sta lavorando su collezioni che puntano a capitalizzare la ricca storia della linea, ma sono adattate alle attese e ai gusti odierni dei consumatori. Si tratta di prodotti elaborati in Germania all'interno di uno studio di design integrato.


Per catturare le attenzioni del pubblico, la linea – che verrà presentata nel corso del Bread & Butter – offrirà in futuro prodotti frutto di nuove collaborazioni (è già stato fatto un approccio con Wood Wood) e aprirà nel marzo prossimo un pop-up store all'interno della boutique Shinzo di Parigi. Un'iniziativa che dovrebbe ripetersi entro la fine dell'anno, e in caso di successo non è esclusa la successiva inaugurazione di una boutique transalpina ad insegna Ellesse Heritage, sullo stile di quella che già esiste in Germania, dove una boutique eponima è stata inaugurata lo scorso novembre a Berlino.


Di Sarah Ahssen (Versione italiana di Gianluca Bolelli)


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Una new (o quasi) entry nel luxury retail in Italia

Coin affida a Jean Nouvel il nuovo concept store Excelsior

Il Gruppo Coin ha scelto il celebre architetto francese Jean Nouvel per ideare e realizzare il suo nuovo concept store all’interno della struttura dell’ex cinema Excelsior, in Galleria del Corso.

E’ il primo progetto milanese di Nouvel, al quale l’architetto ha saputo conferire il suo originale tocco fatto di un sapiente mix di vetro e accaio.

Lo spazio, di 7000 metri quadri si sviluppa in altezza su sei livelli mantenendo i volumi della preesistente costruzione e offrirà moda, bellezza, tecnologia e food. Al piano terra sarà collocato il beauty mentre i piani superiori saranno costituiti da shop-in-shop.

“Siamo entusiasti di questo nuovo progetto che permette al Gruppo Coin di espandersi nella fascia alta del settore retail,” ha dichiarato l’AD del Gruppo Coin Stefano Beraldo. “Riteniamo che Milano abbia un forte potenziale per un concept store innovativo ed esclusivo come Excelsior.”

fonte: Pambianconews

Temporary Management - strumento per l'innovazione in azienda?

Se ne parla tanto, se ne parla ancora più che applicarlo.
Il Temporary Management da molti è visto come un modo per le aziende per aggirare l'assunzione a tempo indeterminato, prendendo un manager a tempo.
In realtà il temp management ha ben altre finalità.
Ho lanciato un po' di tempo fa questa discussione su linkedin, e le risposte sono state tante.

Volete dare un occhio?
http://www.linkedin.com/groupItem?view=&gid=2591398&type=member&item=14772745&qid=4f0288c9-6e4d-4c77-b4ea-c405e2ea1d24&goback=%2Egmp_2591398

Top Management Forum, un'esperienza da ripetere

Sempre grazie a Fior di Risorse, ho avuto l'opportunità di partecipare al Top Management Forum, un evento che riunisce i top manager per un confronto su un tema "caldo".

L'ultima volta il tema era l'innovazione.

Tanti interventi interessanti, soprattutto quello del guru del marketing e dell'innovazione, Vijay Govindarajan, che ha dato stimoli e spunti agli imprenditori presenti in aula.

Se volete saperne di più:

http://www.linkedin.com/groupItem?view=&gid=74148&type=member&item=35418211&qid=76d55a02-1898-46bf-9d1a-70f9ddb9ae60

http://www.topmanagementforum.it/

Essere manager oggi. Luoghi comuni e pensieri liberi.


“Non mostrarti mai debole”. “Sii severo con te stesso”. “Bisogna essere duri”. “Dobbiamo usare tutte le armi, senza pietà”. Ci riconosciamo in questo modo di essere manager?


Uno dei nostri "colleghi" di Fior di Risorse ha lanciato questo interessante argomento, al quale non potevo non partecipare.

Curiosi?
Seguite i commenti su:

http://www.linkedin.com/groupItem?view=&gid=74148&type=member&item=40645382&qid=4f78710a-1f30-4baf-b5c5-82e2dff50ab7

l'Aperilibro di natale, un'esperienza ricca di emozioni

Per scambiarci gli auguri di natale, in Fior di Risorse abbiamo voluto fare qualcosa di diverso.
Basta col susseguirsi di cene che fanno arrivare a Natale già ingrassati e satolli, basta che con le feste a casa che aggiungono stress a chi deve ospitarle (già stressato dall'acquisto dei regali).
Abbiamo deciso di fare un aperitivo all'Hotel i Portici in via Indipendenza, durante il quale ognuno leggeva un brano del libro che più aveva cambiato la sua vita, libro che allo stesso tempo portava in dono alla persona che meno conosceva, per incentivare una reciproca conoscenza.
Bello, no?

Qui potete trovare i commenti pre e post evento:
http://www.linkedin.com/groups?search=&answerCategory=myq&gid=74148&goback=%2Egmp_74148
http://www.linkedin.com/groupItem?view=&gid=74148&type=member&item=37551454&qid=678a1e45-9553-4919-991f-fe9b757f9493

Perché molte aziende della Moda (del Fashion system!) spariscono come meteore

Non mi sono mai considerata un'esperta di stile nella Moda.
Non mi occupo di design.
Sono una mente razionale, ed il mio posto nel mondo della Moda e del Fashion (com'è più internazionale!!) è quello del pragmatismo che, abbinato alla creatività ed allo stile, fanno di un'azienda del settore un'azienda di successo.
Quante aziende della moda, del fashion system, sono convinte che le cause del loro apparire e scomparire siano legate a sfortuna, a concorrenza sleale, addirittura ad incapacità del target di comprendere quanto "sono avanti"......miopia!
La ragione è sempre una: non basta più essere una "casa di moda", occorre mettersi in testa che bisogna diventare "azienda", unire creatività a processi strategici, coniugare il senso dello stile al senso del business.
Purtroppo chi nasce tondo non muore quadrato....una mente superba nella creatività difficilmente può mettersi anche il cappello del manager d'azienda.
O l'uno o l'altro.

Le aziende di successo sono quelle che hanno fatto questo primo passaggio mentale.

Molti imprenditori si divertono a dire: i manager distruggono il valore di un'azienda di moda perché non capiscono nulla delle regole di questo mercato, fatto di innamoramenti irrazionali, di fenomeni imperscrutabili.
Ma mica i manager devono stravolgere la vena creativa!
Devono solo mettere ordine.

Se qualcuno ha un'esperienza da condividere, è benvenuto.

eccomi!! da dipendente a libero professionista

ciao a tutti, ecco il mio primo post su questo blog.
saranno benvenuti tutti coloro che vogliono seguire le mie passioni ed i miei interessi.
da un anno e mezzo ho cambiato vita, ho lasciato il mondo competitivo e protetto allo stesso tempo delle aziende e mi sono buttata nella libera professione.
contenta?
sì.
vedo nascere i progetti, metto tutta la mia esperienza ed il mio entusiasmo accendersi davanti ad una nuova sfida, vedo i risultati e li vedo collegati direttamente al mio contributo di team leader.
gestisco team di lavoro sempre diversi, tutti affascinanti, tutti con qualcosa da insegnarmi, in termini umani e professionali.
conosco realtà sempre diverse, settori diversi, aziende che dal di dentro sono completamente diverse da come te le immagini.
bellissima esperienza.

si è parlato addirittura di licenziamento come opportunità, ad un convegno:
http://www.linkedin.com/groupItem?view=&gid=74148&type=member&item=11746758&qid=e53ce0c8-5b8a-41ab-8e30-234a8533544f

se c'è qualcuno che ha vissuto lo stesso passaggio, con soddisfazione o con insoddisfazione, mi farebbe piacere che condividesse questa esperienza.

un benvenuto a tutti!
annamaria

Fior di Risorse - chi è costui?

Si sente sempre più spesso parlare di Fior di Risorse.
cos'è?
Un business network?
Una community?
Virtuale o reale?
Cosa si fa in Fior di Risorse?
Perché farne parte?
Quante domande!
Ma ce le siamo fatte tutti, prima di farci coinvolgere dallo spirito di aggregazione, di condivisione, di voglia di apprendimento.
Per saperne di più, cominciate col visitare il sito: www.fiordirisorse.eu, oppure la pagina su linkedin: http://www.linkedin.com/groups?mostPopular=&gid=74148, o su twitter, o su facebook.
Insomma, un primo segnale ve lo sto già dando: il web non è uno sconosciuto in FdR!!

AperI(nforma)tivo di FdR: "Contro il Management?"

Stasera presso l'Alma Graduate School, in una splendida villa sui colli bolognesi, si svolgerà un evento-aperitivo di Fior di Risorse (www.fiordirisorse.eu) dal tema coinvolgente: il management che rovina le aziende.
Quanti di noi l'hanno pensato almeno una volta nella vita!!
"Io mi chiedo perche dovremmo lasciare che le aziende siano distrutte da quelli che devono dirigerle" e ancora: "ho sempre pensato che il manager non fosse altro che un lavoratore come gli altri"
queste sono solo alcune delle frasi, provocatorie ma quanto mai veritiere, che anticipano il tema dell'evento, al quale parteciperà come relatore Francesco Varanini, autore - oltre che delle frasi citate - del libro "Contro il Management?".
Per info: http://www.eventbrite.com/event/1120275775/efblike